il palco è pronto: pedaliere, chitarre (una Epiphone e una Fender), basso, batteria, tastiere, violino e tromba. devono solo arrivare i musicisti!
la musica definita post-rock ha il potere di emozionarmi, sempre. ancora di più se suonata bene, dal vivo. e ancora di più se si tratta dei Giardini di Mirò e io sono appoggiata al palco davanti a Emanuele Reverberi, con la sua tromba e il suo violino.
iniziano all'improvviso, con Good Luck. non sono pronta! è la mia canzone preferita del nuovo album, le note della tromba mi muovono qualcosa dentro e mi mescolano tutte le emozioni.
tutto è un crescendo, l'atmosfera si fa via via più avvolgente, canzone dopo canzone loro sul palco sembrano diventare un'unica cosa con i loro strumenti.
in scaletta ci sono i brani dell'ultimo album e brani più vecchi. quasi mi viene da piangere quando sento iniziare Broken By.
i suoni sono puliti, forse è perché conosco a memoria le loro canzoni, ma riesco a sentire distintamente le note delle due chitarre, le vibrazioni del basso, i colpi della batteria... per non parlare della magia della tromba e del violino che si alternano.
momento speciale con A New Start (For Swinging Shoes):
ad un certo punto la musica si deve fermare, il concerto è stato fantastico e il primo pensiero è quello di tornare a sentirli a Milano a inizio maggio.
scambio due parole con Emanuele, cerco di fargli capire quante emozioni mi hanno trasmesso e mi dimentico di chiedergli "cosa vuoi da bere", ma sul palco restano bottigliette d'acqua e bottiglie di birra Tuborg vuote...
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